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Presidente di Consulta: DARIO BORTOLOTTI

Tecnico: LUCIO LUCHESA

Guardiacaccia capozona: WALTER FRONER

Guardiacaccia: GUIDO POSSER

 

 

Il Distretto Adige Destra è localizzato nella parte meridionale della Provincia e, a parte una piccola porzione delle Riserve di Avio, Mori e Nomi, è interamente in destra orografica del fiume Adige. È costituito da dieci Riserve di diritto e quindi l’intero territorio, di 26.500 ettari, è tutto a gestione ACT. La dimensione media delle Riserve di caccia è di circa 2.650 ettari. La montagna che caratterizza il Distretto è il Monte Baldo. L’altro complesso montuoso su cui gravitano le Riserve del Distretto è il versante orientale della catena dello Stivo-Bondone.

La specie più importante, sia come consistenza che come numerosità di abbattimenti, è il Capriolo. Il calo delle popolazioni registrato in Provincia dal 2004 ha interessato in misura minore le popolazioni del Distretto, probabilmente in ragione delle buone condizioni stazionali. La ripresa della specie dal 2004 ad oggi ha mostrato indici positivi rilevabili fino al 2010: dalla primavera del 2011 gli indicatori di presenza hanno mostrato una leggera ma costante flessione. Nel 2015 sono stati pianificati circa 310 caprioli, di cui 122 maschi (circa il 18% in meno rispetto al 2010).

 

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Il camoscio sul Monte Baldo ha oramai raggiunto consistenze e densità soddisfacenti: mentre sul versante di bassa quota rivolto verso la Valle dell’Adige e nella parte boscosa che circonda il Monte Altissimo (riserve di Brentonico e Nago-Torbole) la specie è ancora in espansione, nella parte apicale del Complesso montuoso (zona delle Colme ovvero Cima Valdritta, Cima Longino, Cima Pozzette) oramai sono rilevate densità molto elevate. Sul Baldo nella metà degli anni ’80 dello scorso secolo è stato attivato un progetto di reintroduzione per riaffermare la presenza della specie. La porzione più consistente della popolazione gravita sul territorio veronese anche se oramai sul territorio trentino vivono stabilmente oltre quattrocento camosci. Sullo Stivo-Bondone invece la specie è presente da più tempo e in alcune aree, con fluttuazioni legate alla dinamica di popolazione, la specie ha raggiunto consistenze soddisfacenti in relazione alla disponibilità ambientale. Complessivamente nel Distretto sono pianificati tra gli 80 e i 90 capi.

 
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Il cervo abita i territori del Distretto da pochi anni (a parte la porzione della Riserva di Avio in sinistra orografica del fiume Adige). Sono presenti due nuclei, uno sul Baldo e uno in Val di Cei. La pianificazione sul Baldo è iniziata nei primi anni 2000 mentre in Val di Cei gli abbattimenti sono stati autorizzati a partire dal 2010. I due nuclei hanno due differenti prospettive di sviluppo: mentre sul Baldo lo spazio disponibile e la maggiore complessità ambientale consentono la presenza di una popolazione di cervo numericamente significativa, in Val di Cei la vicinanza alle aree agricole delle Val di Gresta e più in generale alla fascia antropizzata della Vallagarina rendere problematico lo sviluppo numerico e distributivo di questa specie.