Il Distretto dell’Alta Val di Non, conï¬nante a nord con l’Alto Adige, e più precisamente con la Val d’Ultimo, delimitato a sud-ovest dal torrente Noce e ad est dal Rio Novella, con i suoi 16.400 ha e con otto Riserve di caccia che lo costituiscono, è il più piccolo dell’Area nord-occidentale, ma non per questo meno ricco dal punto di vista faunistico.
Il gruppo montuoso delle Maddalene, che contraddistingue il Distretto, presenta vette che raramente superano i 2.700 m d’altitudine, ma che sono estremamente ricche sia dal punto di vista faunistico che vegetazionale, probabilmente il nome della catena trae origine dal mondo dell’agricoltura: in passato era abitudine indicare con questo termine alcune località della catena montuosa dove si era soliti iniziare a falciare l’erba non prima del 22 luglio, giorno di commemorazione di Santa Maria Maddalena.
La specie maggiormente diffusa è il Cervo, la cui gestione venatoria prese inizio ormai quarant’anni fa quando venne assegnato il primo cervo (maschio) in comune tra le Riserve di Cis e Bresimo e abbattuto da quest’ultima. La specie negli ultimi dieci anni sembra essere abbastanza stabile, conseguentemente sia i capi assegnati che quelli abbattuti sono rimasti praticamente gli stessi.
Il Capriolo invece, dopo alcuni anni bui culminati con le stagioni venatorie 2004-2006, sembra essere in ripresa anche sicuramente grazie alla cosciente pianiï¬cazione venatoria effettuata della Consulta negli ultimi quattro anni. Il Camoscio viene gestito solamente da cinque Riserve su otto e la sua consistenza sembra essere abbastanza stabile anche se ha colonizzato zone in cui un tempo non era presente.