Un attento e rispettoso sfruttamento venatorio della risorsa costituita dalla fauna selvatica non può prescindere da un approccio coscienzioso nei confronti della problematica dei ferimenti da arma da fuoco o da investimento. In questo senso in Trentino opera, ormai da diversi decenni, un nutrito numero di equipaggi per il recupero degli ungulati feriti mediante l’uso di cani ad esso dedicati. La legge affida proprio all’Ente Gestore il compito di formare e selezionare gli equipaggi di recupero. L’impianto in vigore adottato dall’ACT prevede la frequenza obbligatoria di un corso teorico, il cui programma segue le direttiva I.S.P.R.A, un esame teorico alla fine del corso per l’abilitazione permanente del conduttore e due prove su traccia artificiale per l’abilitazione di ciascun binomio cane-conduttore. Attualmente in provincia di Trento sono attivi 200 equipaggi, omogeneamente distribuiti sul territorio. Gli interventi annui variano tra i 600 e gli 800. Le sortite, che comprendono uscite di recupero vere e proprie e verifiche su colpi dubbi, comportano un impegno di circa 1000 ore all’anno, fornite dai conduttori a titolo esclusivamente gratuito. Il 50% di questi interventi si risolve con il recupero finale dell’ungulato ferito; si tratta quindi di un numero non trascurabile di animali che altrimenti andrebbero persi e sprecati, aumentando considerevolmente l’impatto sui contingenti delle varie specie di ungulati cacciati.